Healthcare digitalization è il percorso che la Sanità ha intrapreso per fronteggiare le innumerevoli sfide dell’era contemporanea.
Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), messo a durissima prova dall’emergenza Covid, sta investendo sempre più sul digitale per snellire i processi e abbattere le inefficienze, migliorando l’appropriatezza prescrittiva, ovvero l’adeguatezza delle prescrizioni diagnostiche o terapeutiche alle effettive esigenze del paziente, e riducendo i tempi di attesa. Date tali premesse, non stupisce che nel 2021 la spesa per la healthcare digitalization sia stata di ben 1,69 miliardi di euro, con un incremento del 12,5% rispetto all’anno precedente (fonte: Osservatorio PoliMI).
La digitalizzazione del settore è un’esigenza molto sentita anche nella Sanità privata, laddove il tema è quello della centralità del paziente e dell’ottimizzazione della sua esperienza. Il tutto, ovviamente, per migliorare la precisione dei risultati e degli esiti sanitari, per perfezionare i processi interni e per intercettare la domanda non soddisfatta da SSN, eventualmente proponendo servizi ad hoc a prezzi calmierati.
Come in tutti gli altri settori, anche la sanità digitale è percepita come unica vera strada capace di bilanciare la sostenibilità economica del sistema (o della struttura) con la qualità dell’esperienza del paziente. È evidente che una riduzione dei tempi di attesa, un accesso rapido agli esami diagnostici e ai percorsi di cura abbiano importanti conseguenze in termini di efficacia dei percorsi stessi. La healthcare digitalization si manifesta, dunque, in diversi ambiti, tra cui:
La healthcare digitalization presuppone capacità avanzate di data management. Le strutture sanitarie, tipicamente ricchissime di dati, devono essere in grado di scegliere quelli rilevanti, di acquisirli e gestirli correttamente, tenendo conto sia delle esigenze di qualità del dato, sia delle necessità di conformità normativa in un settore fortemente regolato.
Sotto questo profilo, tuttavia, la Sanità deve affrontare numerose sfide che la separano da un paradigma realmente guidato dai dati. Tra queste:
Da una corretta gestione del ciclo di vita dei dati segue la capacità di valorizzarli attraverso tecniche di Intelligenza Artificiale (AI), orientando il tutto verso il perfezionamento dell’esperienza del paziente. L’intelligenza artificiale nella sanità, o meglio il Machine Learning (ML), può suggerire al medico le indagini da prescrivere o esortare il paziente a effettuare una visita e assumere un farmaco – sempre sotto prescrizione. Le potenziali applicazioni sono molteplici.
Nel tema dell’intelligenza artificiale e sanità rientrano molte tecnologie Next-Gen: a titolo d’esempio, il Natural Language Processing (NLP) è alla base degli assistenti virtuali che esaminano i sintomi comunicati dal loro interlocutore e prenotano una visita con lo specialista più indicato. Sempre un sistema NLP valorizza le informazioni non strutturate di cui la Sanità è ricchissima, come referti, quesiti diagnostici e cartelle cliniche, estraendo informazioni utili per decisioni mediche.
Come anticipato, l’intelligenza artificiale nella sanità può creare un perfetto bilanciamento tra la qualità del servizio, la centralità del paziente e l’efficienza della struttura (o del Sistema Sanitario). A testimonianza di questo, stanno affiorando diversi casi d’uso legati all’AI, tra cui:
L’evoluzione è rapida e progressiva al tempo stesso. AI, o più in generale la Data Science, rappresenta il pilastro stabile su cui si sta costruendo il sistema sanitario di domani, un sistema più efficiente, economicamente sostenibile e, soprattutto, vicino alle reali esigenze del paziente.