Il rapporto tra Smart Manufacturing e forza lavoro è un tema costantemente di attualità. D’altronde, molti titoli di giornali e ricerche si soffermano sui potenziali effetti nefasti della digitalizzazione dell’ecosistema industriale nei confronti della workforce, in particolare per quanto riguarda la diminuzione dei posti di lavoro.
La realtà, però, ci presenta una situazione ben diversa rispetto a uno scenario apocalittico, e questo almeno per due motivi. Innanzitutto, perché storicamente le aziende hanno sempre cercato di massimizzare la propria efficienza introducendo nuove tecnologie o migliorando i processi, ma non per questo hanno smesso di investire sulle persone; in secondo luogo, forse anche più importante, perché l’automazione di molti processi – cosa indubbia – fa sì che una Smart Factory abbia comunque bisogno di una workforce, ma probabilmente diversa da quella di ieri e, in parte, anche di oggi. Questo fa sì che uno dei principali problemi dell’industria attuale sia lo skill gap, ovvero l’incapacità del mercato del lavoro di fornire personale per posizioni altamente specializzate, che l’industria 4.0 richiede proprio per sfruttare al massimo l’apporto tecnologico di cui si avvale.
La Smart Factory è un’opportunità
Per i dipendenti, il passaggio al paradigma 4.0 non deve essere un ostacolo, bensì un’opportunità da sfruttare, i cui benefici possono essere moltissimi. Di seguito, elenchiamo i cinque più evidenti:
1. Meno lavori ripetitivi, più specializzazione
Quando si parla del rapporto tra Industria 4.0 e forza lavoro, uno degli interrogativi che ci si pone con maggiore frequenza è relativo alle competenze di chi opera in una Smart Factory. È palese il fatto che l’automazione, l’approccio data driven e l’intelligenza artificiale sostituiranno alcune posizioni con altre, ma chi in questo momento sta lavorando in azienda, è in grado di farvi fronte?
Se per l’imprenditore, Industria 4.0 significa poter rifocalizzare le risorse su attività a valore aggiunto, per i dipendenti significa aggiornamento delle competenze, ovviamente favorito dall’azienda. E questo è un beneficio: entrare nel paradigma 4.0 significa apprendere nuovi processi, lavorare con tecnologie all’avanguardia e acquisire più rilevanza nel contesto aziendale (cosa che, oltretutto, favorisce l’employee engagement).
2. Più sicurezza nelle linee di produzione
La sicurezza è centrale per chi lavora, che sia una Smart Factory o meno. La tecnologia può, con diversi strumenti e modalità, rendere gli ambienti e i processi di lavoro più sicuri e confortevoli. Come? Si pensi anche solo ai robot impiegati nelle linee di produzione, il cui utilizzo è perfetto in quegli ambienti e contesti inaccessibili alle persone o eccessivamente rischiosi per la salute. Più in generale, si può pensare all’impiego dell’intelligenza artificiale per sviluppare modelli predittivi e prescrittivi nei confronti di macchinari e sistemi: ad esempio, l’AI rende possibile la segnalazione di un potenziale guasto a un impianto prima che si verifichi, o la messa in atto in modo automatico di azioni risolutive che, oltre a portare a benefici economici per gli imprenditori, assicura una maggiore sicurezza per i collaboratori che vi sono impiegati.
3. Lavori più semplici, decisioni più rapide
La trasformazione digitale è un processo evolutivo abilitato dalla tecnologia e finalizzato alla massima produttività. La tecnologia permette nuovi processi, ottimizza quelli esistenti e li semplifica: un beneficio per chi lavora in una Smart Factory è sicuramente l’assistenza da parte della tecnologia nelle mansioni quotidiane, di modo tale da facilitarle e massimizzarne l’efficienza. Si consideri, per esempio, la possibilità di gestire alcuni macchinari industriali tramite interfaccia conversazionale, ovvero un chatbot.
Dal punto di vista di chi gestisce la fabbrica, invece, il primo beneficio dell’approccio data driven è la semplificazione dei processi decisionali: gli Industrial Analytics sono un supporto fondamentale per ogni decisione che, oltre a essere ponderata, oggi può essere presa in tempi decisamente più ristretti.
4. Approccio innovativo
Chi lavora in una Smart Factory può adottare un approccio innovativo nei confronti delle proprie attività. Il vantaggio dello Smart Manufacturing e delle tecnologie che lo abilitano è che queste sono in continuo divenire, e chi oggi ha la possibilità di applicarle, può anche sviluppare use case attualmente inesplorati.
5. Tanti e nuovi posti di lavoro
Quest’ultimo punto, nel settore dello Smart Manufacturing, vale sia per chi lavora in azienda e ambisce a una nuova posizione, sia – soprattutto – per chi è in cerca di lavoro. Lo skill gap è un problema tangibile, ed è per questo che molte professionalità, soprattutto legate alla Data Science, sono così ricercate. Un grosso vantaggio dell’approccio data-driven in ambito manifatturiero è proprio l’apertura di moltissime posizioni del tutto inesistenti fino a qualche anno fa, posizioni che il mercato fatica a gestire con personale competente e qualificato.