Secondo quanto riportato nel Veeam Data Protection Trends Report 2024, la causa di disservizio principale, negli ultimi 3 anni, nonché quella più impattante per le aziende intervistate, è rappresentata dagli attacchi informatici, in particolar modo quelli di tipo ransomware.
I numeri sono eloquenti (dal Veeam Data Protection Trends Report 2024):
Il diagramma seguente fornisce una panoramica sui tempi di recovery (RTO) stimati dagli intervistati in caso di compromissione di 50 server, a causa di un disastro o di un attacco informatico.
Sebbene gli eventi legati alla cybersecurity siano in cima alla lista, sarebbe un errore pensare di definire una strategia di business continuity e disaster recovery solamente in funzione della protezione dal ransomware: interruzioni e malfunzionamenti di rete, resi ancora più critici dall’adozione consistente dei servizi cloud, guasti hardware, malfunzionamenti applicativi e problemi legati ai sistemi operativi sono le cause più comuni da valutare nell’elaborazione di un piano di DR.
Una delle considerazioni principali per il DR, oltre alla semplice disponibilità di dati recuperabili, è la rapidità con cui i server ripristinati e recuperati possono tornare operativi e riprendere le operazioni aziendali (concetto di Recovery Time Objective - RTO).
Inoltre, la maggior parte degli esperti di BCDR raccomanda di utilizzare flussi di lavoro orchestrati, anche sfruttando procedure automatiche. Il report di Veeam sottolinea come solamente il 13% delle imprese considerate prevede workflow orchestrati all’interno dei processi di failover e failback.
Infine, è di vitale importanza testare i flussi di lavoro nello stesso modo in cui verranno eseguiti durante una crisi reale, per verificarne la consistenza e la conformità rispetto agli obiettivi di RPO e RTO stabiliti.
Una contromisura efficace per la protezione dal ransomware consiste nell’impedire la cancellazione e la modifica dei dati salvati, sia on-premises che in cloud, sfruttando storage di tipo immutabile.
A ciò si affianca la necessità di verifica dei backup e dei dati replicati, possibilmente in maniera automatizzata, nonché la gestione degli accessi ad essi, notificando i responsabili IT in caso di tentativi non autorizzati.
Un altro punto cruciale consiste nello stabilire le metriche di RPO e RTO, in maniera congrua con l’importanza e la criticità dei workload coinvolti:
L’adozione di workflow orchestrati per il processo di failover (e failback) da applicare nel ripristino da un disastro permette di ridurre gli errori umani e a incapsulare nei processi l’expertise relativa ai workload coinvolti, come anche a considerare tutte le dipendenze esistenti fra di essi.
La verifica del piano di DR, effettuata almeno con frequenza annuale, ha il compito di validare il funzionamento del workflow di recovery e di confermare la raggiungibilità degli obiettivi di RPO e RTO stabiliti.
Una soluzione di DR dovrebbe infine facilitare la generazione di una documentazione adeguata dei processi definiti e l’audit delle modifiche effettuate al piano di DR.
Veeam Disaster Recovery Orchestrator (Orchestrator in breve) estende le funzionalità di Veeam Data Platform orchestrando i processi di ripristino e offrendo utili funzionalità per la documentazione e i test.
Con Orchestrator è possibile:
La soluzione Veeam DR Orchestrator, basata su Veeam Data Platform, offre tutte le funzionalità e gli strumenti per gestire con successo le situazioni di disastro più frequenti, in primis quelle causate da ransomware.
Essa è in grado creare, testare e mantenere automaticamente i piani di disaster recovery per garantire la coerenza del processo di BCDR. Le funzionalità di alert e report forniscono una notifica istantanea delle modifiche all'ambiente, segnalando un accesso non autorizzato ai repository di backup.
Insieme, queste funzionalità eliminano la maggior parte delle attività manuali dal processo di DR e aumentano l'efficienza del ripristino.
Infine, Veeam offre le opzioni di recupero più rapide del settore, consentendo di tornare alle normali operazioni aziendali senza reintrodurre minacce nell'ambiente.