Uno dei principali impatti della trasformazione digitale riguarda la gestione dei data center, il cuore pulsante dei sistemi informativi aziendali. Un modern data center, nell’epoca di Industria 4.0, non può continuare ad assolvere ai propri compiti tradizionali di server farm (storage, gruppi di continuità, elaborazione, rete ecc.) come è avvenuto fino a qualche anno fa. E non soltanto per l’ordine di grandezza che oggi sta facendo spostare progressivamente l’ago delle unità di misura dai terabytes verso gli zettabytes, ma anche per un fattore cruciale che influisce sulla capacità competitiva delle organizzazioni rispetto ai propri competitor, il fattore tempo. Lo ha ricordato Dave Russell, Vice President e Distinguished Analyst di Gartner, in occasione dell’ultimo IT Infrastructure, Operations Management & Data Center Summit 2018 che si è tenuto a Sydney dal 30 al 1° maggio scorsi: «Storicamente - ha detto Russell - il modo in cui venivano gestiti i data center si basava sull’adozione di un approccio molto lento, metodico ed estremamente avverso al rischio. Ora ci viene detto che non abbiamo più tutto quel tempo, che l’azienda non può aspettare un anno e mezzo per ottenere un certo servizio o una certa applicazione. Ne ha bisogno subito».
Sono in molti a ritenere che la tecnologia presente negli attuali data center aziendali non sia in grado di sostenere un’evoluzione così rapida. Inoltre, c’è un ulteriore problema da risolvere per trasformare la tua server farm in un modern data center: le competenze interne delle risorse IT o il loro impiego eccessivo in task di amministrazione che ne assorbono gran parte del tempo. La soluzione c’è e passa necessariamente per il cloud. Con un’avvertenza, sottolineata da un “collega” di Russell, Mike Chuba, Managing Vice President Infrastructure and Operations Group dell’IT Leaders Research Area di Gartner: «Non si tratta solo di tagliare i costi della gestione di risorse e operazioni che sono in corso da anni, ma di spendere per investire in soluzioni capaci di supportare nuovi carichi di lavoro e applicazioni nel modo più ottimale, assicurandosi negoziazioni convenienti e margini di scalabilità e cambiamento che non pongano vincoli al momento del rinnovo di un contratto tra due, tre o cinque anni».
Ciò premesso, ecco perché una migrazione, parziale o totale, del tuo data center verso il cloud può incarnare la soluzione migliore per intercettare il cambiamento digitale di oggi e, presumibilmente, degli anni a venire.
I costi dell’infrastruttura hardware e software solitamente si quantificano con l’analisi TCO (Total Cost of Ownership), che però sconta il limite di non prevedere un calcolo del ROI (Return on Investment). Ma poiché lo spostamento del data center verso la nuvola avviene grazie all’affiancamento di aziende specializzate nel governo della trasformazione digitale, è insieme a queste ultime che bisogna concordare sia la modalità di stima del ROI sia gli SLA (Service Level Agreement) adeguati alle prestazioni che si intendono raggiungere.
Sempre Dave Russell, a proposito della velocizzazione imposta nella gestione di un modern data center a causa della digital transformation, sostiene: «È una rivoluzione anche rispetto al modo in cui la sicurezza e il rischio vengono percepiti e condivisi in azienda. È vero che ottimizzare l’IT è sinonimo di contenimento dei costi. Ma dal punto di vista strategico, ottimizzare l’IT significa aumentare l’agilità». In altre parole, un sistema di data protection che non sia anche agile rischia di non assicurare quei criteri di inviolabilità e di protezione che invece i data center proposti nelle soluzioni di Hybrid Cloud o Full Cloud assicurano grazie all’adozione di standard universali come quelli di TIA-942.
L’abbiamo anticipato prima. A fronte di una trasformazione necessaria del tuo data center, il personale IT dell’organizzazione potrebbe non possedere le competenze necessarie a realizzare un modern data center. In tal caso, la migrazione verso il cloud ti risolverebbe il problema. In caso contrario, invece, il personale IT sarebbe liberato dalle incombenze quotidiane che lo impegnano nella manutenzione ordinaria della server farm per occuparsi, al loro posto, di attività core per il business aziendale.