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Le quattro P del Change Management

Scritto da Impresoft 4ward | Dec 19, 2018 11:00:00 PM

Il Change Management, quale disciplina adottata dalle organizzazioni per guidare il cambiamento, non è una scoperta recente. Ciò che è nuovo è l’influsso della digital disruption sulle variabili che caratterizzano oggi il Change Management nelle aziende e che possono essere sintetizzate nel modello delle quattro P, vale a dire: People, Process, Platform e Place.

 

People

Un progetto di Change Management deve partire dalle persone e dal loro mindset, cioè dalla loro mentalità. La psicologia sociale tende a suddividere l’approccio delle persone nei contesti lavorativi in varie tipologie, collocando agli estremi le due posizioni antitetiche di fixed e growth mindset. Nel primo caso, ci si trova davanti a un pensiero statico e poco incline a recepire le novità; nel secondo, invece, si è dinanzi a una forma mentis propensa a imparare e crescere. Una metodologia moderna di Change Management interviene come driver dinamico che facilita il livellamento tra gli opposti, offrendo strumenti di misurazione oggettivi (KPI o SLA) ai quali tutte le risorse umane in azienda devono progressivamente adeguarsi. Per questo propone obiettivi, tempi, budget quali elementi fondanti di un percorso in grado di abbattere resistenze e obiezioni, e punta allo stesso tempo a far emergere l’estrema convenienza del cambiamento non solo per l’impresa, ma anche e soprattutto per il dipendente.

 

Process

Senza l’implementazione di un nuovo processo, anche la tecnologia più innovativa è destinata a fallire. Per comprenderlo, basterà ricordare un caso che ha fatto scuola: quello di Nokia che, leader indiscusso nel mercato della telefonia sino al momento della comparsa sul mercato degli smartphone, non fu in grado – o meglio non ebbe il coraggio – di sviluppare un software all’altezza dell’hardware, consegnando di fatto il mercato nelle mani di Apple e Samsung. In molte aziende tuttora accade lo stesso. Si spendono risorse considerevoli nell’acquisto di ERP, piattaforme, soluzioni IT che dovrebbero teoricamente rivoluzionare i processi, come se questo dipendesse dal loro innesto nel workflow tradizionale dell’organizzazione. Al contrario, invece, è da un assessment accurato delle procedure e dei sistemi legacy collegati che si può avviare un piano di Change Management davvero efficace.

 

Platform

Negli ultimi anni stiamo assistendo a una profonda metamorfosi nel modo di lavorare e di produrre. Non tenerne conto significherebbe imprimere un freno alle dinamiche di efficienza che governano i flussi aziendali e, di conseguenza, indebolire la competitività sui propri mercati di riferimento. Le realtà economiche più avvedute hanno iniziato a dotarsi di nuove piattaforme tecnologiche che uniscono le applicazioni di produttività personale (la classica suite Microsoft Office) alla capacità di collaborare e comunicare in maniera semplice e immediata (come con Skype o Teams ad esempio). Queste piattaforme sono anche utilizzabili al di fuori delle pareti dell’ufficio, grazie specialmente all’espansione del Cloud computing, con qualsiasi device mobile, proprio perché oggi la collaborazione è in grado di abbattere limiti geografici e vincoli di prossimità. Un itinerario di Change Management, perciò, non può prescindere dall’introdurre in azienda Collaboration & Communication tools che velocizzino e migliorino i meccanismi consueti del business, dando l’alveo adeguato a questo mutamento epocale.

 

Place

Le piattaforme a cui si accennava prima tendono a sposarsi con le nuove frontiere del lavoro individuale e di gruppo. Sempre più imprese, pure in Italia, stanno sperimentando i benefici dello Smart Working quale dimensione in cui i compiti assegnati si possono svolgere da remoto con soddisfazione del lavoratore, ottimizzazione delle performance, efficienza e risparmio per le organizzazioni. Ma anche il ridisegno degli spazi interni (postazione e ambienti comuni) si sta adattando a una concezione nella quale prevale il raggiungimento degli obiettivi sul mero mansionario abbinato alla posizione in organigramma. L’Activity Based Working (ABW), il lavoro basato sulle attività, investe Workspace e Workplace di funzioni e tecnologie modulari che rendono più permeabile il passaggio dall’impegno del singolo a quello in team e si allungano fino all’esterno dell’edificio, dove l’ABW si innesta nello Smart Working. Sono questi i “luoghi”, fisici e insieme virtuali, nei quali la sfida del Change Management trova una sintesi perfetta tra cultura del cambiamento e innovazione digitale.