Volessimo sintetizzare al massimo un fenomeno complesso come l’Industry 4.0, potremmo dire che si tratta, di fatto, dell’ottimizzazione di impianti, risorse e processi, abilitati dalle tecnologie di ultima generazione e, soprattutto, da un approccio fortemente data-driven.
Ma quali sono i benefici concreti? Si potrebbe partire con l’evergreen della riduzione dei costi e contestuale rifocalizzazione del personale su attività a valore aggiunto, ma la realtà è che l’Industry 4.0 va ben oltre e riguarda la qualità del prodotto, l’ottimizzazione della produzione, la sicurezza sul lavoro, la continuità operativa dei macchinari e molto altro. Non è di sicuro un caso che, secondo le previsioni, il valore delle soluzioni di Smart Factory, quantificato in 252,29 miliardi di dollari nel 2019, possa raggiungere i 427 miliardi nel 2025, con un CAGR del 9,22% nell’intervallo considerato (fonte: MordorIntelligence).
Qualsiasi azienda, a prescindere dalle sue dimensioni, dovrebbe valutare attentamente un progresso – anche graduale – verso il modello e le dinamiche dell’Industry 4.0, che presuppone non tanto l’introduzione di nuova tecnologia negli impianti esistenti quanto dinamiche rinnovate, modalità di lavoro innovative, interazioni tra uomo e macchina e interpretazione dei dati. La manutenzione predittiva dei macchinari, che rispetto a queste tematiche è una sorta di icona, rappresenta perfettamente i benefici dell’Industry 4.0: nella fattispecie, troviamo sensori che generano e trasmettono dati, a piattaforme in cloud o all’edge che li elaborano facendo perno sulle ultime conquiste della data science e operatori che li usano – anche in remoto – come supporto decisionale, interpretando eventuali anomalie e predisponendo interventi di manutenzione prima che si verifichino i guasti.
La sfida dell’Industry 4.0 è strettamente connessa alla sua complessità. Non si tratta infatti di attivare un nuovo sistema né di introdurre una piattaforma integrandola col resto dell’ecosistema industriale e applicativo. Si tratta, piuttosto, di apportare a processi, tecnologie, risorse e modelli di business un cambiamento profondo: affinché il progetto abbia successo, è fondamentale affidarsi a un partner che sia in grado di miscelare avanzate competenze tecniche, che spazino dagli ecosistemi dell’IoT alla capacità di valorizzare immensi volumi di dati presenti negli shopfloor industriali, ma che sia anche in grado, con una comprovata storia di successi, di condurre l’azienda attraverso il grande cambiamento dell’Industry 4.0.
4wardPRO è in grado di governare la trasformazione del manifatturiero proprio poiché miscela esperienza, competenza tecnica e la capacità di gestire il cambiamento in un approccio che è veramente end-to-end. Alle competenze specifiche in ambito di implementazioni dell’Internet of Things, che rappresentano da sempre il punto di partenza verso l’Industry 4.0, l’azienda somma profonde conoscenze in ambito di analisi dei dati, di Machine Learning, di Big Data e di Business Intelligence, che sono fondamentali per ottenere il primo grande obiettivo dello smart manufacturing: trasformare il dato in valore tangibile, che abbia cioè una ripercussione misurabile sull’ottimizzazione dei costi e sulla crescita dell’azienda.
Inoltre, 4wardPRO gestisce tutto il cambiamento connesso con i progetti di Industry 4.0, che come si è visto riguarda le modalità di lavoro, gli strumenti, le procedure e il rapporto con la tecnologia stessa: l’azienda si avvale di un metodo di change management a 5 fasi (metodo ADKAR) di comprovata efficacia, focalizzato sulla persona e sulle tappe che vanno intraprese per accogliere il progresso e sfruttare positivamente il cambiamento, unite a sessioni di training che si rivelano fondamentali per l’acquisizione di competenze in merito ai nuovi processi, strumenti e procedure. Tutti questi elementi, insieme, rendono 4wardPRO un partner ideale per qualsiasi progetto di Industry 4.0, a prescindere dalla dimensione dell’azienda.