La fine del supporto per Windows Server 2008 e SQL Server 2008, prevista la prima per inizio 2020 e la seconda per metà 2019, può diventare un’occasione per modernizzare applicazioni e infrastrutture sfruttando il Cloud computing. Ecco come.
Il fatto che Microsoft abbia smesso di programmare patch per due tra i suoi prodotti di fascia enterprise più noti dipende dal cambiamento degli scenari architetturali. Il mondo, nell’arco di un decennio, è profondamente mutato, tanto che ormai si parla di digital transformation, al cuore della quale si colloca la Datasfera. Secondo IDC, entro il 2025 la sfera dati globale raggiungerà i 163 miliardi di zettabyte. Ma basta fare un confronto tra il 2007 e il 2016: in 9 anni il volume dei dati è cresciuto di 247 volte. Si capisce perché oggi è la tecnologia a guidare un insieme di cambiamenti che sono di natura economica, organizzativa, culturale e sociale. E questo vale anche per i sistemi di elaborazione e per gli ODBMS (Operational Database Management System) che devono essere costantemente allineati a nuove esigenze di sicurezza, compliance e innovazione rispetto al business. La fine del supporto, perciò, è un buon momento per valutare nuove opzioni per innovare e modernizzare le applicazioni grazie al Cloud.
Con la migrazione delle applicazioni e dei dati sul cloud Azure, la nuvola di Microsoft, si ottengono gratuitamente aggiornamenti di sicurezza estesi per altri tre anni. Questo fa sì che si possa mantenere un livello di sicurezza adeguato mentre si modernizzano le applicazioni. Inoltre Microsoft ci viene in contro anche per quanto riguarda i costi, in quanto si possono utilizzare le licenze Windows Server e SQL Server esistenti per risparmiare su Azure Virtual Machine e Azure SQL Database Managed Instance grazie all’Azure Hybrid Benefit.
Per SQL Server, Microsoft consiglia di considerare la migrazione ad Azure SQL Database Managed Instance. Si tratta di un nuovo servizio che fornisce quasi il 100% di compatibilità con SQL Server on-premise e offre funzionalità HA/DR (High Availability e Disaster Recovery) integrate, oltre a funzioni di prestazioni intelligenti e alla possibilità di scalare velocemente. Managed Instance è un’esperienza priva di versioni e, quindi, elimina la necessità di patch di sicurezza manuali e di aggiornamenti.
Dal punto di vista dell’organizzazione, grazie alla modernizzazione delle applicazioni si possono ottenere numerosi benefici che si possono così sintetizzare:
A proposito di quest’ultimo aspetto, è utile sottolineare in dettaglio i vantaggi che il personale IT può ricavare grazie alla migrazione:
Non bisogna dimenticare, inoltre, che il 14 gennaio 2020 terminerà il supporto anche per Windows 7: un ulteriore motivo per imprimere una svolta ai sistemi informativi, in termini di efficienza e produttività, passando al Cloud.