Manca poco alla conclusione del ciclo di vita di SQL Server 2008 e SQL Server 2008 R2, che il 9 luglio 2019 cesserà di ricevere patch di sicurezza da parte di Microsoft. Se, in passato, la fine del supporto coincideva con il passaggio a una versione aggiornata dello stesso prodotto, oggi può diventare l’occasione per valutare un upgrade che superi in prospettiva il problema ricorrente del “fine supporto”. In altre parole, è giunto il momento di scoprire il database SQL di Azure, la piattaforma Cloud della società di Redmond.
Uno dei motivi che spinge 4ward a suggerire la migrazione deriva dalla sua lunga esperienza nei progetti di porting che, a oggi, ha permesso di modernizzare con successo numerosi datacenter proprio grazie al Cloud. Nel caso del database SQL di Azure, chi lo adotta non si limita a svecchiare il precedente con un sistema più recente, ma ottiene una piattaforma leader di mercato che offre sicurezza integrata, migliori prestazioni e capacità di analisi predittiva per imprimere una svolta al proprio business.
Lo studio IDC su Azure database SQL
Uno studio del 2015 condotto da IDC su nove aziende clienti di Microsoft che utilizzano la soluzione ha calcolato che, in termini di ROI, il suo impiego consente di realizzare fino a un 406% di ritorno sugli investimenti rispetto a database relazionali on-premise o in hosting.
Il primo beneficio di Azure è infatti quello di combinare calcolo e storage, aiutando gli utenti a eliminare la complessità dell’assemblaggio degli apparati hardware e a utilizzare versioni sottostanti comuni dei sistemi operativi e dei database di supporto. In tal modo gli sviluppatori di applicazioni possono concentrarsi sulle funzionalità da implementate, mentre la sicurezza e la compliance sono demandate al Service Cloud Provider, in questo caso Microsoft, che gestirà gran parte delle attività manuali on-premise in maniera automatizzata sulla nuvola. IDC ha previsto così un risparmio medio annuale per ciascuna delle aziende intervistate pari a 5.455 dollari, per un totale di oltre 6 milioni di dollari complessivi nell’arco di cinque anni.
I vantaggi finanziari nell’utilizzo di Azure
I vantaggi finanziari ottenibili tramite il database SQL di Azure sono stati raggruppati in quattro macro-aree: aumento della produttività del personale IT, riduzione dei costi infrastrutturali, mitigazione del rischio e benefici per la produttività aziendale. Nel primo caso, le risorse dedicate, all’interno dell’organizzazione, sono impegnate molto meno nella costruzione, manutenzione e amministrazione di banche dati e infrastrutture di data center, potendosi così dedicare ad attività di maggior valore per il business. Nel secondo, diminuiscono i costi associati alla creazione di ambienti per ospitare i data center per il mantenimento dei database nonché quelli per l’hosting. Nel terzo, il database di Azure assicura minori interruzioni con una conseguente percentuale inferiore di inoperatività. Infine, la scalabilità del sistema velocizza il time-to-market delle applicazioni e dei database che guidano il business.
Database SQL di Azure alla prova del ROI
L’analisi quinquennale del ROI svolta da IDC prende le mosse dalla spesa media di ciascuna azienda per il database SQL di Azure, che si aggira attorno ai 3.713 dollari. Ogni singola organizzazione, per le quattro voci indicate in precedenza, può generare risparmi per un importo di circa 18.784 dollari. Il che si traduce in un valore netto di 15.071 dollari, vale a dire in una percentuale media per raggiungere il break even che coincide agli 8,6 mesi e in un ritorno sull’investimento pari, appunto, al 406%. È utile ricordare, fra l’altro, che le aziende che oggi dispongono di licenze SQL Server e di Software Assurance possono contare su un’ulteriore opportunità di risparmio per il loro progetto di migrazione verso il Cloud di Microsoft. Anche su questo aspetto, 4ward è pronta ad affiancare le organizzazioni che desiderano avviare un percorso di avvicinamento verso un’infrastruttura più solida, scalabile, performante e affidabile.