Un contesto più attento alla sostenibilità ambientale, all’efficienza energetica e al benessere dei lavoratori. È questo il ritratto dell’azienda moderna che, oggi più che mai, potrebbe essere la tua. Perché oggi, a differenza del passato, essere green non solo è utile per il pianeta, ma è anche vantaggioso per l’azienda. I modi attraverso cui è possibile avviare un percorso virtuoso, con soluzioni ad hoc, sono diversi a seconda della tipologia di impresa. Ce ne sono alcuni, tuttavia, che le accomunano tutte e che possono essere adottati a prescindere dalla dimensione o dal settore in cui la società opera. Ecco quali.
Adotta le tecnologie digitali, consumerai meno carta
All’inizio del 2018 è stata diffusa la scoperta dei ricercatori dell’Università di Nanchino: un foglio “amico dell’ambiente” riscrivibile fino a 8 volte. L’invenzione potrebbe determinare, in futuro, un calo significativo dei consumi di carta che, secondo dati di qualche anno fa del Bureau of International Recycling, in Italia si aggirerebbero attorno agli 11 milioni di tonnellate all’anno. Una bella cifra alla quale contribuisce anche l’uso eccessivo che tutt’oggi se ne fa in ufficio. E dire che, invece, l’implementazione di collaboration tools che semplificano la condivisione di documenti e immagini potrebbe incidere facilmente sul suo risparmio. Minore carta, infatti, corrisponde a un numero inferiore di alberi abbattuti. È un primo passo, semplice ma fattibile, per rendere più green la tua azienda. Ovviamente implica un’analisi accurata dei flussi informativi e dei canali attraverso cui sono veicolati. Analogamente a quanto sta accadendo per la fatturazione, sempre più digitalizzata, è possibile che ciò avvenga per la documentazione (project planning, budget, stato avanzamento lavori, ecc.) che abbiamo necessità di condividere, soprattutto quando siamo soliti lavorare in team. Compito ulteriormente semplificato dalla piena integrazione di molti strumenti collaborativi con suite di produttività, come Office 365. Per cui file Word, Excel o PowerPoint possono transitare, per esempio, dalla piattaforma Teams (l’hub per la produttività e collaborazione aziendale) senza dover essere prima stampati.
Le app collaborative in genere prevedono anche funzioni di instant messaging, VoIP e Video Conferencing. Inoltre, sfruttano le potenzialità del Cloud così da mettere a disposizione tutte le risorse che servono in qualsiasi luogo ci si trovi e a prescindere dal device che si ha a disposizione. Motivo per il quale possono diventare una risorsa fondamentale sia per i dipendenti in trasferta sia per quelli che, per ragioni diverse, lavorano a distanza.
L’impatto dello Smart Working su emissioni di CO2 e risparmio energetico
L’impatto in azienda degli smart worker è notevole: in primo luogo facilitano l’interazione con la casa madre anche in virtù della loro disponibilità su vari device (portatile, smartphone, tablet, notebook convertibili); nel secondo, contribuiscono a rendere più ecosostenibile l’impresa e non solo.
In base agli ultimi dati dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, sono ormai 480 mila in Italia i lavoratori che usufruiscono di una modalità di collaborazione a distanza. L’incremento costante del fenomeno è dovuto all’introduzione di tecnologie digitali nei progetti di Smart Working, come quelle citate in precedenza, che permettono di svolgere le proprie attività con gli stessi strumenti, le stesse modalità e la medesima user-experience che avremmo in ufficio. Dal punto di vista della trasformazione green, questo fatto ha un duplice effetto, sia all’interno sia all’esterno dell’organizzazione. Anzitutto, la diminuzione delle giornate in cui è necessario recarsi in ufficio influisce sul calo complessivo delle emissioni di CO2. Tenere l’auto in garage più spesso è un favore che si fa all’ambiente, oltre che a se stessi, eliminando lo stress di chi, altrimenti, sarebbe costretto a infilarsi quotidianamente nel traffico cittadino. In secondo luogo, una presenza meno elevata di personale all’interno dei locali aziendali, ha ricadute su risparmio energetico e consumi in generale (carta, toner, acqua corrente, ecc.). Il che non significa che siano poi le abitazioni private a dover subire l’aggravio, per esempio energetico, di quanto viene meno in azienda. I risultati dell’Osservatorio del Politecnico, infatti, fanno emergere che gli smart worker non utilizzano soltanto casa propria, ma nel 58% dei casi condividono spazi di co-working e nel 52% luoghi pubblici. Per questo è una rivoluzione delle abitudini che mette insieme benessere delle persone e impatto sull’ecosistema.