Applicazioni obsolete: costa di più aggiornarle o riscriverle?
Applicazioni obsolete: costa di più aggiornarle o riscriverle?

Applicazioni obsolete: costa di più aggiornarle o riscriverle?

Autore: Impresoft 4ward

Oggi l’Application Modernization, cioè la modernizzazione delle applicazioni aziendali obsolete, non è un’alternativa fra le tante. È un’esigenza che deriva dalla stretta correlazione tra business e sistemi IT abilitanti. I mercati contemporanei, infatti, obbligano le organizzazioni a essere sempre più veloci e flessibili, qualità che non è possibile assicurare in assenza di tecnologie adeguate. Inoltre, a spingere verso la revisione delle applicazioni legacy si aggiungono circostanze oggettive di cui bisogna necessariamente tenere conto. Tra queste vanno ricordate l’imminente fine del supporto di Microsoft a Windows Server 2008, SQL Server 2008 e Windows 7, nonché l’entrata in vigore della GDPR (General Data Protection Regulation), la nuova normativa europea inerente il trattamento dei dati personali. Entrambi richiedono un adeguamento in grado di continuare a garantire requisiti di sicurezza, stabilità e compliance. Resta da capire, perciò, come realizzare questo adeguamento e qual è l’impatto economico per l’impresa. Le strade possibili sono due: aggiornare o riscrivere le applicazioni.

Applicazioni obsolete costa di più aggiornarle o riscriverle

 

L’aggiornamento che passa dal rehosting

Fare un calcolo dei costi collegati all’una o all’altra opzione non è semplice. In linea di massima, si potrebbe affermare che il rehosting, cioè la migrazione di una o più applicazioni verso il Cloud, potrebbe risultare meno oneroso. È la modalità di aggiornamento più diffusa, ma è soggetta a compatibilità di linguaggi e porting. Ciò che la rende vantaggiosa, rispetto a una riscrittura parziale o totale delle applicazioni, è il fatto che non implica modifiche al codice, insieme alla celerità di implementazione e a una spesa di gestione contenuta. Per quanto tale soluzione appaia subito conveniente, non è detto che possa supportare tutte le applicazioni aziendali. Alcune di natura mission-critical, ad esempio, potrebbero richiedere una revisione più o meno profonda del codice. Motivo per il quale non ci si può sbilanciare a priori su una scelta o sull’altra soltanto mettendo a confronto i costi. Bisogna affidarsi anzitutto a un partner specializzato insieme al quale svolgere un assessment accurato delle applicazioni legacy preesistenti, scomponendole fra quelle il cui aggiornamento può avvenire mediante una semplice migrazione/rehosting, quelle per le quali invece sono necessari degli interventi di riscrittura del codice, e le applicazioni infine che sono destinate ormai al cosiddetto “pensionamento” (retirement) perché non più utilizzate o necessarie in azienda.

 

Application Modernization e riscrittura del codice

Riscrivere è ovviamente più costoso che mantenere e aggiornare, ma è bene sottolineare che le vecchie applicazioni non vengono mai riscritte da zero. Le modifiche possono interessare una sola o più applicazioni, con una gradualità che parte da livelli contenuti di riscrittura (refactor o re-architect), fino a una riprogettazione (rebuild) o una sostituzione (replace) dell’applicazione. Inoltre, a proposito degli investimenti necessari allo scopo, accanto ai classici parametri TCO (Total Cost of Ownership), bisogna abbinare il ROI (Return on Investment). Il vero risparmio, infatti, si gioca sulla maggiore efficienza, sull’aumento delle funzionalità, sulla riduzione dei costi operativi e dei tempi di downtime. Si tratta quindi di una scelta in cui l’affiancamento di un partner certificato e competente non solo sarebbe di fondamentale aiuto, ma è fortemente raccomandata.

 

 

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