Le trasformazioni indotte dalla tecnologia relativamente alla domanda dei clienti e alla capacità di competere all’interno dei mercati sono oggi motori della digital transformation e della necessità - sempre più urgente - di aggiornare i software con l’adozione di moderne architetture a microservizi.
Si tratta di un cambiamento profondo e irreversibile di prodotti, servizi e cultura aziendale, che si serve proprio del software per supportare processi innovativi, più flessibili ed efficienti, e abbattere le barriere fisiche e logiche all’interno delle imprese, così come nei rapporti con i clienti, i fornitori e i partner commerciali. Tutto a vantaggio della velocità con cui sfruttare le opportunità di business.
Per questo la capacità di un’architettura a microservizi di sostenere aggiornamenti funzionali indipendenti e consentire assemblaggi e riutilizzi delle funzioni in nuovi contesti applicativi sono elementi di cui non si può più fare a meno. Vediamo perché.
Affrontare la trasformazione digitale con un’architettura a microservizi
La digital transformation delle imprese comporta maggiore contiguità tra IT e business, con la conseguente richiesta di più dinamismo e capacità di cambiamento delle infrastrutture informatiche. In questo senso, scegliere il cloud e un’architettura a microservizi assicura il superamento dei limiti delle tradizionali applicazioni monolitiche, che non riescono né a operare in modo efficace ed economico sui servizi in cloud, né a riadattarsi a contesti di business che cambiano rapidamente e che manifestano sempre nuove esigenze.
La necessità di mettere mano a grandi quantità di specifiche e di codice, non gestibili separatamente e non funzionalmente indipendenti, rendono le applicazioni monolitiche onerose da installare, da aggiornare e da scalare quando occorrono maggiori capacità, sia quando i deploy sono fatti su infrastrutture in cloud, sia su quelle on-premises. Prerogative che, invece, sono alla base di un’architettura a microservizi.
Come cambia lo sviluppo software con un’architettura a microservizi
Nel moderno approccio di sviluppo a microservizi, ogni applicazione è disegnata come suite di servizi semplici, ciascuno in esecuzione in un proprio processo e in comunicazione con gli altri attraverso le Application Programming Interface (API) e i protocolli standard della rete. La capacità di comunicazione di un’architettura di questo tipo permette di unire funzioni core business, sviluppate internamente, con altre d’impiego generale, acquisite sul mercato oppure fruite on demand, come nel caso dei servizi cloud.
Questo rende più rapido lo sviluppo, consente ai programmatori di concentrarsi sulle componenti originali aventi un maggiore valore di business e di trarre vantaggio dal cloud e dalla disponibilità di funzioni as-a-service – tra cui le elaborazioni massive di dati (big data), le analisi con l’Intelligenza Artificiale (AI), il riconoscimento vocale e d’immagine.
L’utilizzo di applicazioni costruite con microservizi indipendenti, collegati tra loro con logiche event-based, offre inoltre la facoltà di aggiornare più rapidamente le singole funzionalità, rimpiazzando i servizi non più adeguati e aggiungendone di nuovi. In questo modo è possibile affrontare le problematiche di cybersecurity in tempi brevi.
Perché non si può fare a meno di un’architettura a microservizi
Sul fronte dei deploy e della messa in produzione delle applicazioni, è significativa la capacità di un’architettura a microservizi di eseguire il codice sia in modalità on-premises nel data center aziendale, sia in cloud, così da creare applicazioni che sfruttano contemporaneamente i servizi erogati localmente dal data center e quelli disponibili sulla “Nuvola”. Questo permette di scegliere liberamente dove basare le singole funzioni a seconda delle esigenze di scalabilità, continuità e costi operativi.
La flessibilità d’impiego assicura, inoltre, l’adattabilità dell’ambiente applicativo aziendale alle esigenze future, accelerando il cambiamento nella gestione dei progetti di sviluppo e competenze dei team. In particolare, l’introduzione di un’architettura a microservizi è funzionale all’utilizzo sempre più diffuso del metodo agile nella gestione dei progetti.
Infine, la possibilità di suddividere e gestire in modo indipendente le singole funzionalità applicative permette di creare team di sviluppo più efficienti nell’accogliere nuovi requisiti e tradurli in codice di qualità. Il lavoro viene organizzato in feature team, dove l’obiettivo delle risorse non è più di scrivere il codice, testarlo o mandarlo in produzione, ma di soddisfare le esigenze degli utenti.